lunedì 27 marzo 2017

INTERNET E LA MEMORIA

INTERNET E LA MEMORIA

Uno studio di alcuni ricercatori di un'università di New York guidato da Betsy Sparrow ha indagato il rapporto tra la memoria (individuale e collettiva) e le tecnologie digitali , questo studio mostra la riduzione dell'utilizzo della memoria umane e in crescenza l'so della tecnologia.
il web si starebbe trasformando in una memoria esterna che ci aiuta a ricordare e recuperare qualsiasi informazione.
Noi tendiamo a delegare a una memoria esterna le informazioni che sappiamo di poter trovare con una ricerca su internet, trasferendo gli sforzi di memorizzazione più all'atto della ricerca che sui contenuti.
Un gruppo di ragazzi hanno fatto dei quiz su cui dopo sarebbero stati interrogati, una metà poteva salvare delle informazione sul computer e l'altra no.
All'esame orale chi ha salvato i dati ha ottenuto risultati scadenti a differenza degli altri che hanno stimolato la mente e hanno potuto fornire subito le risposte corrette.
Questi test hanno spinto a parlare dello sviluppo della "mente transattiva", un concetto introdotto dal psicologo Daniel Wegner.
Secondo lui si può parlare di memoria transattiva quando la memorizzazione di alcune informazioni è delegata a persone che ci sono accanto e che si sono dimostrate più abili di noi a ricordare.
Sparrow suggerisce di usare il concetto di "memoria transattiva" per definire il rapporto che si sta sviluppando nei confronti della rete: il world wide web si sta trasformando in un articolato sistema transattivo che si esime dall'obbligo di memorizzare certe informazioni disponibili in rete.
Molti affermano che ci stiamo istupidendo (parola presa da Nicholas Carr della rivista "Is Google Making Us Stupid?) ma il vero problema più grosso sembra essere il rischio di un'amnesia collettiva.
Infatti i supporti digitali hanno una durato limitata, i link su internet vengono modificati in continuazione, alcuni rimangono a lungo altri vengono dimenticati e spariscono nel nulla.
La virtualità di internet, come la mancanza di un' elemento "reale" e recuperabile a cui ancorare la memoria (foto, diario ecc..) rende un problema la rete in un deposito di memoria.

Ogni giorno possiamo modificare i nostri profili, aggiungere o cancellare foto, modificare le pagine di Wikipedia, scrivere un blog, ma dopo qualche tempo probabilmente tutto verrà dimenticato e sostituito con altri e nuovi argomenti.

sabato 25 marzo 2017

COMUNICAZIONE E LINGUAGGIO


CHE COSA È LA "COMUNICAZIONE" E PERCHÈ SI COMUNICA
La comunicazione è uno scambio di messaggi. Gli esseri viventi comunicano con mezzi diversi: la voce, i gesti, la postura del corpo, i movimenti, ecc...
Comunicare è un attività fondamentale che ci garantisce l'adattamento all'ambiente, per segnalare un pericolo, indicare la presenza di cibo e così via.
Nella specie umana la comunicazione è particolarmente complessa.
Per gli esseri umani comunicare è un esigenza quotidiana che richiede competenze che ciascuno di noi sviluppa nel corso della vita.



LA STRUTTURA DELLA COMUNICAZIONE
A tutti i segni della comunicazione  (parlare, scrivere, leggere... vengono attribuiti dei significati che possono essere condivisi da determinati gruppi.
Per comprendere gli elementi coinvolti nella comunicazione adottiamo il modello di Roman Jackobson.
Secondo il modello di Jackobson un mittente (colui che invia le informazioni) trasmette un messaggio ad un destinatario/ricevente, utilizzando un codice (insieme di segni, una lingua, ma anche il sistema di colori di un semaforo), che deve essere condiviso da entrambe le parti. il mittente codifica il messaggi (organizza le informazioni secondo le regole del codice che ha scelto: linguaggio, gesti, colori...). Il ricevente lo decodifica ossia lo interpreta sulla base del medesimo codice.
Il mittente e il destinatario sfruttano un canale (aria se si parla).
Il messaggio riguarda sempre un determinato oggetto, il referente che è rivolto all'interno di un contesto. La comunicazione però talvolta può incorrere qualche ostacolo.
IL LINGUAGGIO VERBALE
Il linguaggio verbale è una peculiarità della specie umana.
Il linguaggio umano è appreso ed è in continua evoluzione: nel corso degli anni varia il linguaggio di ciascuno di noi.
Esso può riferirsi ad oggetti astratti e assenti a differenza del linguaggio animale: un cane abbaia in presenza di un pericolo, ma gli uomini possono parlare anche di un pericolo futuro o passato. Tutto questo è reso possibile dalla capacità di astrazione in base alla quale gli uomini fanno uso di simboli e concetti.  
Le parole sono combinazioni di più suoni.
fonemi sono le singole vocali e singole consonanti. I raggruppamenti di fonemi (da due a sei) costituiscono i morfemi che sono distinti in radici, prefissi e suffissi.
Le parole sono raggruppamenti di fonemi e le frasi, a loro volta, riuniscono più parole in unità superiori dotate di significato. Una molteplicità di frasi costituisce un discorso.
La sequenza sonora delle parole rappresenta la struttura superficiale, il significato invece la struttura profonda.  


giovedì 23 marzo 2017

L'APPRENDIMENTO PER TENTATIVI ED ERRORI SECONDO THORNDIKE

L'APPRENDIMENTO PER TENTATIVI ED ERRORI SECONDO THORNDIKE
 
Edward Thorndike (1874-1949) ha preso le distanze dal comportamentismo, proponendo un modello di apprendimento per tentativi ed errori.
i suoi esperimenti sono svolti su acni e gatti collocati nelle puzzle boxes, dove i gatti dopo una serie di prove ottengono ciò che desiderano, ossia il cibo.
A differenza dei cani di Pavlov, i gatti di Thorndike possono vedere sin da subito il cibo, allora i loro comportamenti sono finalizzati a ottenerlo.
 
 
 
 
ESPERIMENTO:
-il gatto per raggiungere il cibo deve uscire dalla gabbia pigiando un pedale
-con il proseguire delle prove il gatto imparerà ad uscire più rapidamente dalla gabbia.



A differenza del comportamentismo, Thorndike, attribuisce maggior importanza ai fattori ereditari rispetto all'influenza dell'ambiente riguardo alle capacità intellettuali.


LE MAPPE COGNITIVE E L'APPRENDIMENTO LATENTE DI TOLMAN

LE MAPPE COGNITIVE E L'APPRENDIMENTO LATENTE DI TOLMAN
 
Contro la riduzione del comportamento, a risposta meccanica all'ambiente, lo psicologo Edward Tolman (1886-1959) ha rivisto le tesi di Watson e Skinner accogliendo le influenze della Gestalt.
Egli rifiuta lo schema S/R e afferma che tra lo stimolo e la risposta agiscono nella nostra mente le variabili intermedie, non osservabili direttamente.
Sostiene anche che l'apprendimento può essere indipendente da un bisogno che viene soddisfatto.  
È il caso dei comportamenti esplorativi: un animale esplora un territorio in modo disinteressato e memorizza la collocazione di fonti di cibo o di acqua, anche se in quel momento non ne ha bisogno.



ESPERIMENTO:
-ratti, non in cerca di cibo esplorano l'ambiente
-quando viene collocato del cibo, i ratti sulla base dell'apprendimento precedente, lo trovano facilmente.





Attraverso le esplorazioni, costruiamo le mappe cognitive, ossia rappresentazioni mentali dello spazio attraversato, grazie alle quali potremo raggiungere la meta necessaria nel momento del bisogno.
 

 

IL CONDIZIONAMENTO OPERANTE DI SKINNER

IL CONDIZIONAMENTO OPERANTE DI SKINNER
 
Lo psicologo statunitense Burrhus F.Skinner (1904-1990) ha ripreso e organizzato in modo differente e più complesso le teorie di Watson e Pavlov, per capire come si acquistano nuove capacità.
Egli si è occupato principalmente dei comportamenti operanti, con esperimenti basati su ratti e piccioni.
I comportamenti operanti costituiscono la maggior parte dei comportamenti quotidiani, su cui si basa spesso una sequenza ben definita di azioni che dobbiamo imparare a svolgere nell'ordine corretto.
Per capire come si strutturano questi comportamenti, egli ha elaborato la Skinner Box.
 
 
ESPERIMENTO:
-all'interno di una gabbietta un piccione o un ratto abbassano casualmente una levetta, ed ottengono del cibo
-l'animale in questo modo sarà condizionato ad abbassare nuovamente la levetta per poter mangiare, ma in questo caso l'operazione non sarà più casuale ma consapevole.
 
 
Questa forma di apprendimento è chiamata apprendimento per rinforzo ed è basata su premi e punizioni, infatti il comportamento giusto riceve un rinforzo positivo (cibo), mentre il comportamento sbagliato viene punito con un rinforzo negativo. 

sabato 18 marzo 2017

IL COMPORTAMENTISMO DI WATSON

IL COMPORTAMENTISMO DI WATSON
 
I risultati ottenuti da Pavlov in campo fisiologico sono stati applicati dallo psicologo statunitense John Watson (1878-1958) più in generale al comportamento.
Dai suoi studi è nato il comportamentismo, una corrente di pensiero secondo la quale il comportamento è il frutto di un condizionamento dell'ambiente: noi associamo una certa risposta ad uno stimolo ricevuto.
Oltre che sugli animali, Watson ha compiuto esperimenti di condizionamento anche su bambini.

È rimasto famoso per l'esperimento sul piccolo Albert nel 1920.
 
 
ESPERIMENTO:-Mentre Albert gioca con un topolino bianco, Watson e la moglie Rosalie provocano un rumore molto forte

-Albert, spaventato inizia a gridare
-successivamente Albert grida alla sola vista del topolino bianco
-in seguito Albert generalizza la risposta e si spaventa in presenza di altri animali dal pelo bianco o oggetti lanosi e bianchi.

L'apprendimento, sulla base di esperimenti come questo, è considerato un processo automatico che si sviluppa senza la consapevolezza da parte del soggetto: le risposte sono comportamenti meccanici, frutto dell'abitudine.

IL CONDIZIONAMENTO DI PAVLOV E I RIFLESSI CONDIZIONATI

IL CONDIZIONAMENTO DI PAVLOV E I RIFLESSI CONDIZIONATI
 


 
Allo studio dei riflessi appresi, o riflessi condizionati, ha dato impulso il fisiologo ed etologo Ivan Pavlov (1849-1936) rappresentante della riflessologia russa.
 
È rimasto famoso il suo esperimento sulla salivazione del cane.
 
 
 
ESPERIMENTO:
-in un primo momento Pavlov aziona un campanello e non rileva nessuna secrezione salivare nel cane
-successivamente fornisce al cane una porzione di carne, e secondo una risposta naturale il cane inizia a salivare
-Pavlov associa quindi la somministrazione di cibo e il suono del campanello: ogni volta che il cane riceve il cibo, il campanello viene azionato
-da quel momento e per un certo periodo di tempo il cane saliva al solo suono del campanello, pur non ricevendo cibo.

I RIFLESSI INNATI

I RIFLESSI INNATI
 
L'apprendimento è il mezzo con cui gli esseri umani imparano le proprie conoscenze e sviluppano le proprie capacità.
I riflessi innati sono risposte fisiologiche, non  apprese, a uno stimolo, e sono indispensabili per affrontare i primi momenti di vita.
Alcuni di questi riflessi sono fondamentali per la nutrizione, altri svolgono una funzione protettiva, altri invece sono sviluppati nel corso degli anni per mezzo dell'apprendimento che talvolta diventano risposte automatiche di fronte a determinati stimoli.

 



       RIFLESSI INNATI NEL NEONATO:
-suzione
-ricerca
-prensione
-marcia
-"battito delle palpebre"
-moro
-crawling 

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