domenica 12 febbraio 2017

IL MONDO A COLORI

PERCHÉ VEDIAMO IL MONDO A COLORI?

Il colore non è una qualità oggettiva delle cose, ma dipende dal modo in cui la luce è riflessa. La luna, ad esempio, è grigia e non bianca come appare: se intorno a essa ruotasse un corpo veramente bianco, ci apparirebbe del suo vero colore. Perciò Paola Bressan intitola 'IL COLORE DELLA LUNA' il suo libro dedicato agli studi sulla percezione. 

Ad un occhio che rispondesse solo all'intensità della luce, il mondo apparirebbe in bianco & nero, ossia in modo monocromatico. Questa soluzione è stata adottata da alcuni mammiferi marini come le balene o le foche, che in genere non hanno nulla di colorato da guardare.
La maggioranza degli altri mammiferi, come il cane, il gatto e quasi tutte le scimmie del Nuovo Mondo ha optato per il modello superiore, ossia la visione dicromatica. Questa visione, oltre al bianco & nero si aggiungono anche il giallo e il blu.

Le scimmie del Vecchio Mondo (noi compresi), hanno evoluto la visione tricromatica, cioè la capacità di distinguere rosso e verde oltre al bianco e nero e al giallo e il blu.
Per oltre cent'anni si è pensato che nei ''primari''(mammiferi placentati) l'evoluzione della visione tricromatica fosse stata guidata dalla necessità di individuare bacche e frutti rossi contro lo sfondo verde della natura.


domenica 5 febbraio 2017

JEAN PIAGET E GLI STADI DI EVOLUZIONE



JEAN PIAGET

 

Jean Piaget nacque il 9 agosto 1896 a Neuchâtel.
Egli è considerato dell'epistemologia genetica, ovvero dello studio sperimentale delle strutture dei processi cognitivi legati alla costruzione della conoscenza nel corso dello sviluppo, e si dedicò anche alla     psicologia dello sviluppo.
Morì a Ginevra il 16 settembre 1980.
 
 
GLI STADI DI EVOLUZIONE DEL BAMBINO
 

La più importante teoria sullo sviluppo mentale del bambino, la prima ad averne analizzato sistematicamente, col metodo clinico di esplorazione delle idee, la percezione e la logica, è quella elaborata da Jean Piaget. Egli ha dimostrato sia che la differenza tra il pensiero del bambino e quello dell'adulto è di tipo qualitativo (il bambino non è un adulto in miniatura ma un individuo dotato di struttura propria) sia che il concetto di intelligenza è strettamente legato al concetto di "adattamento all'ambiente".
L'uomo non eredita solo delle caratteristiche specifiche del suo sistema nervoso e sensoriale, ma anche una disposizione che gli permette di superare questi limiti biologici imposti dalla natura (ad es. il nostro udito non percepisce gli ultrasuoni, però possiamo farlo con la tecnologia).
 Piaget ha scoperto che la conoscenza del bambino si basa sull'interazione pratica del soggetto con l'oggetto, nel senso che il soggetto influisce sull'oggetto e lo trasforma.
 La sua formazione strutturalistica gli ha permesso di superare i limiti sia della psicologia gestaltistica e associazionistica, che considera l'oggetto indipendente dalle azioni del soggetto; sia delle moderne psicologie positivistiche, che vedono nei concetti il prodotto della percezione, escludendo che nella conoscenza sia vitale l'azione del soggetto sull'oggetto.
 
evoluzione del pensiero:

 
3 ANNI: PENSIERO ANALOGICO
 ha un'impostazione di tipo prevalentemente digitale. In questo senso, l'alfabetizzazione con la traslazione del linguaggio umano in testo, è il più potente fattore di organizzazione culturale.
 
 
6 ANNI: OPERATIVO/CONCRETO
caratterizzato dalle vere strutture intellettuali, le azioni interiorizzate si coordinano e si raggruppano per dar luogo a strutture d’insieme dette operazioni intellettuali. Le operazioni sono sistemi di azioni organizzati e reversibili: ad ogni operazione ne corrisponde una inversa.
 
 
10 ANNI: ASTRATTO (LOGICO/FORMALE)
Il pre-adolescente acquisisce la capacità del ragionamento astratto, di tipo ipotetico-deduttivo. Può ora considerare delle ipotesi che possono essere o non essere vere e pensare cosa potrebbe accadere se fossero vere. Il mondo delle idee e delle astrazioni gli permette di realizzare un certo equilibrio fra assimilazione e accomodamento. Egli è in grado di comprendere il valore di certi oggetti e fenomeni, la relatività dei giudizi e dei punti di vista, la parità dei diritti, la distinzione e l'indipendenza relativa tra le idee e la persona, ecc.

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